Regazzoni e Dalla
Silvio Prota
Le opere realizzate da Domenica Regazzoni in relazione alle canzoni di Lucio Dalla offrono vari spunti di riflessione.
Innanzitutto queste opere vanno viste in stretta relazione con le canzoni di Lucio Dalla, da cui nascono e per le quali si pongono come una sorta di continuum. A mio avviso cioè bisogna tenere molto presente le canzoni, cioè essere immersi nell’aura musicale e poetica di quelle canzoni, farsi trasportare dalla forza avvolgente e penetrante dei versi poetici di Dalla e dalla magia della sua musica e dall’interno e solo dall’interno di questa magia che si può entrare in un mondo nuovo fatto di immagini, di colori, di forme e di materia che sono le opere di Regazzoni e che si pongono proprio come un continuum diverso nella forma ma pur sempre appartenente allo stesso mondo (quello cioè di Dalla). E’ come un ramo della stessa pianta, diverso, ma che fa capire meglio la natura della pianta.
La singolarità e la grandezza stessa delle opere di Regazzoni, insomma- non sta nel fatto che queste si pongono come il riverbero dei sentimenti e delle emozioni dell’autrice, colpita dalla bellezza delle canzoni di Dalla, come spesso accade quando l’arte figurativa nasce da una esperienza musicale. Non si tratta insomma di semplice empatia. La novità sta invece proprio nella dinamica inversa: le opere di Regazzoni ci rivelano il cuore di Dalla, non l’anima di Regazzoni.
Le opere dell’artista penetrano nella verità delle canzoni di Dalla, ci fanno entrare nel mondo poetico del cantante, ci svelano di più chi era Lucio Dalla. Evidentemente l’artista si è talmente immedesimata con Dalla che ha dato solo forma ad una realtà fuori di sé che è entrata dentro di sé.
Ecco quindi che accade un fatto curioso: guardando e riguardando le opere della Regazzoni si incomincia a capire di più le canzoni di Dalla. Si, ma cosa ci comunicano le canzoni di Dalla? Lo sguardo di un bambino, a volte impaurito ma sempre bisognoso di amore. Ecco quindi che le note e le parole delle sue canzoni si dipanano nel nostro cuore come un nuovo miracolo: lo stupore delle cose che esistono, la ferita per una bellezza irraggiungibile, una buona dose di autoironia, la pietà per le vittime innocenti della guerra ma anche il sentimento di una felicità possibile ma che non arriva mai, una mancanza drammatica di qualcosa che non si conosce, una attesa a volte dolorosa. Anche un Destino a volte beffardo. L’attesa di un amore che sembra non arrivare mai.
Un cuore indomito quello di Dalla, che non si accontenta delle facili risposte, non si piega ai benpensanti, a volte si ripiega sulle proprie debolezze ma solo per riprendere a volare subito dopo, verso le più alte cime.
In questo senso nelle opere di Regazzoni si attua la dinamica della grande arte, quella cioè che non si occupa dei sentimenti e delle emozioni dell’artista, ma che rivela un pò di più la verità della realtà, perché l’occhio dell’artista vede di più quello che c’è -sia che si tratti di visibile che di invisibile-, e il cuore dell’artista si accorge di più di ciò che esiste.
Anche quando la realtà che cade sotto lo sguardo di un artista, è già un oggetto artistico: le canzoni di Dalla appunto.